Ultrasuoni
La terapia ultrasuoni è una terapia strumentale che sfrutta le vibrazioni acustiche ad alta frequenza. L’impiego può essere fatto risalire al 1938, quando fu utilizzata per la prima volta, in una donna affetta da sciatalgia. Gli ultrasuoni sono indicati per il trattamento di patologie delle strutture periostali, tendinee e capsulari.
Si utilizza a scopo terapeutico l’azione piezoelettrica inversa, scoperta da Marie Curie, creando delle compressioni e rarefazioni tra le componenti cellulari e tissutali promuovendone la scompaginazione e rigenerazione in caso di fibrosi (cicatrici), oltre che la formazione di microflussi ed il micromassaggio tissutale.
I principali effetti terapeutici consistono in: analgesia, rilasciamento dei muscoli contratti, fibrolisi ed incremento del trofismo dei tessuti al livello dei quali si applica l’azione vibro-elastica degli ultrasuoni.
Ne indichiamo il trattamento per:
- Morbo di Duplay
- Tendiniti e Coccigodinie
- Contartture muscolari antalgiche
- Artrosi
- Morbo di Dupuytren
- Tessuti cicatriziali ed ematomi organizzati (come in sede di frattura)
Si prevede l’applicazione secondo due tecniche:
Contatto diretto
Il contatto diretto: si divide in contatto mobile e contatto a braccio fisso. Il vantaggio del primo tipo consiste nella ridotta possibilità di provocare un tale riscaldamento sulla cute da risultare fastidioso oltre alla possibilità di trattare zone anatomiche più estese e con accessi multipli come la spalla. Il vantaggio del secondo tipo di contatto consiste nella possibilità di usare onde pulsanti e garantire una modulazione degli effetti ulteriore.
Contatto mediante mezzo acquoso
Gli ultrasuoni in acqua sono indicati nel trattamento di superfici corporee irregolari (mani, piedi). Queste applicazioni però richiedono un aumento nel dosaggio delle onde vibro-elastiche, poiché è presente un mezzo acquoso in cui queste possono disperdersi.
La controindicazione assoluta è prevista per soggetti di età infantile, poiché l’applicazione degli ultrasuoni può comprometterne la crescita ossea e nei soggetti affetti da osteoporosi, con un tessuto osseo che già presenta un elevato ricambio (tournover) tra tessuto spugnoso e compatto con assottigliamento di quello compatto.